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domo pro laboratore, & turri, curia, area, & terra laborativa, & vinea cum olivis, & aliis arboribus positis in dido Populo S. Martini loco didlo Majano, cui a primo via, a secundo dict. Monast., a tertio fossatum Melsole, a quinto Alamanni de Tolosinis fossato mediante. Item medietatem pro indiviso unius petie terre laborative cum olivis, & quercubus positis in didlo Populo &c. Et ultra predica legavit, & reliquit diffis Monialibus pro orationibus dicendis pro anima sua florenos decem auri,

Non deesi qui omettere l'unione fatta. dal Som. Pontefice Alessandro VI. ai 28. di Maggio del 1503. a questo Monastero della Chiesa, o sia Oratorio di S. Michele, che giusta la Bolla era di Padronato dello Spedale di S. Maria Nuova, giacchè al Lami nella sua Opera intitolata Mon. Eccl. Flor. è sfuggita. Nella predetta Bolla esprimesi e la rendita, che è assai tenue, e la situazione dell' Oratorio, che per anche sussiste: dida Ecclesia ab Ecclesia S Martini de Majano ultra jaćłum lapidis, vel circa non distat, illiusque fructus, redditus, proventus viginti quatuor ducatorum auri de Camera secundum comunem extimationem valorem annuum non cxcedunt. A questa Bolla fu data esecuzione da Iacopo Mannelli Canonico della Chiesa Fiesolana a'21. di Giugno dell'anno ispesso coll' annucnza dello Spedalingo di

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S. Ma

S. Maria Nuova, che era il Ven. Leonardo Buonafede expresso accedente consensu Vener. Viri Dom. Leonardi Bonefidei de Florentia moderni Refforis Hospitalis S. Marie Nove de Florentia Patroni difii Oratorii ibidem presentis, & consentientis.

Un Vescovo di Fiesole (1) nel 1421. v'incorporò la Chiesa di S. Miniato a Pagnolle. Siccome ancora questa notizia è sfug gita al Lani nella predetta Opera, in cui ne fa parola, così stimo conveniente riferir quì la seguente Supplica fatta dalle Monache, e presentata al Granduca Cosimo 1, in cui questa viene indirettamete rammenta ta. Essa è del seguente tenore :

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Serenissimo Gran Principe,

E Patrone Colendissimo

Le Monache, e Monasterio di Majano sendo molestate a pagar decime, e studio per la Chiesa di San Miniato a Pagnolle, espongono ne!!' inclusa loro supplicatione, che quella Chiesa è stata unita al Monasterio per in perpetuo sin nel 1421. dal Vescodi Fiesole, ch' era in quel tempo, per haver tanta poca facultà, che non bastava a ali

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(1) Non so chi possa essere questo Vescovo, mentre nell'istesso anno 1421. fiorirono due Vescovi, cioè Bindo Guidotti, che morì nel 1421, o Benozzo Federighi, che fu eletto a' 15. Dicembre del medesimo anno.

mentar' un Prete, che ivi stessi, et alle preci ancora del suo Popolo, et che quando altra volta sono state molestate di tali pagamenti, havendo mostro la loro unione, non ne sono state astrette, nè mai haverne pagato cosa alcuna, però la supplicano, che gli vogli far gratia, et liberatione di tali pagamenti.

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Per informatione si dice a V. A. Ser., che ho visto la copia di detta unione perpe tua, et legittima fatta come di sopra, et per degni respetti, et havendo guardato tutti questi Campioni, non si trova, che habbi mai pagato, se non per decime del 1496. Duc. uno, et soldi dua sotto dì 9. d'Ottobre di detto anno, et è decimata in soldi S. simili, la qual decimatione è posta arbitiariamente non ci sendo sua portata nè di beni, nè d'altro. Questo è quanto ho da dirne a V. A. Ser., alla quale stà il concederne la gratia, et liberatione, et humilmente le bacio le mani.,,

Di V. Altezza Serenissima

JESTF (1)

Habbino gratia.

Lel. T. (2) 2. di Novembre 1.
Iacopo Dani.

Obligatiss. Servo il Tophya.

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Io Horatio di Cristofano Primernni Carre celliere dell' Offitio delle Decime Ecclesia, stiche ho copiato quanto di sopra tratto dal suo proprio 'originale, quale apparisce in filza quinta delle Supplicationi num. 45, et con'esso collationato, et riscontra, in fede di che sarà soscritto di mia propria mano, et per maggior corroboratione sigillata cob sigillo dell' Officio.

Idem Huratius Primeranius Cancell. manu propria.

La Chiesa, a cui dovremmo adesso volgere le nostre riflessioni altro non ci somministra, che la stupenda Tavola dell' Altar Maggiore, la quale dicesi uscita dal pennello dell'immortale Andrea del Sarto, e per tale da tutti vien giudicata. Se la seguente memoria, che è sotto la Tavola medesima, cioè, Suor Maria Benedetta di Te daldo della Casa fece fare nell'anno 1584, riferir si deve all'anno, in cui fu dipinta, non è assolutamente d' Andrea, mentre que sti morì nel 1550 Non volendo poi opporsi al sentimento comane, che la giudica di Andrea, e di fatti la sua maniera mirabilmente vi si riconosce, converrà dire, che la sulletta memoria riguardi non già la pittura, ma bensì il ricco ornato, che la intornia. Comunque sia questa, che è divisa in diversi spartimenti, esprime la SS. Vergine in mezzo a'Santi Gio. Batista, Martino, e

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Benedetto. Evvi ancorain. Cornu, Evangelii un bel Deposito di pietra, che posa sopra cornice di marmo di Carrara con, iserisione sotto il Num k, la quale, çi, ricorda-esser quivi sepolto Agostino Neri Patrizio Fiorentino morto nel 1570, in era di anni zur

E qui basti d'aver detto, di questo Monastero contento di aver riparato per quan, to ho saputo trarre dalle poche, antiche Car te, alle notabili omissioni di chi pria di me ne avea parlato nelle Lettera Fiesolane (I Addio, is of saivid

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SLETTERA SETTIMA

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De natali hanno sortito nel predetto anti

Ei diversi insigni soggetti, che i loro

chissimo (1) Castello non sia fuor di luogo Gg *།

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(1) "L'antichità' di questo Castello risulta dagli avanzi degli antichi Fortilizý, che védcausi poco fa verso la Villa dei Sigg. Tolomei. Questi per render più vistosa la Villa medesima gli rimossero conservandone però il disegno ele misure. Vedopsi ancora in questa Villa due gran quadri in tela del Cav. Nasini, e sono i bozzi dei due Novissimi, Morte, cicè, e Giudizio, dipinti in una delle sale del Real Palazzo dei Pitti...

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