Abbildungen der Seite
PDF
EPUB

STORIA MILITARE

DEL PIEMONTE

IN CONTINUAZIONE DI QUELLA DEL SALUZZO

[merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small][merged small][merged small]

TORINO

.5

P5
v. 3

Stamperia dell'UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE TORINESE
Via Madonna degli Angeli, casa Pomba, n. 2.

PREFAZIONE

Ho nascosto molti nomi, non alcun fatto: forse quel silenzio non basta a coprire i personaggi che il lettore trova dipinti nelle azioni. È questa la sorte degli uomini pubblici: il pubblico ha diritto di giudicarli, ed essi pagano a questo prezzo la loro grandezza e la nostra venerazione.

PIETRO COLLETTA.

Dopo aver descritto nei due primi volumi della presente storia gli avvenimenti militari accaduti nella patria nostra dalla pace di Aquisgrana sino all'avvenimento al trono di re Carlo Alberto, io mi accingo a narrare quelli che ebbero luogo nel suo regno, e specialmente in questi ultimi anni, in cui Italia, svegliatasi dal lungo suo letargo, scuotendo le gravi sue catene, mandò un primo ruggito degno del leone di San Marco e della lupa romana.

Fu detto, non senza ragione in vero, essere ardua e perigliosa cosa lo scrivere la storia contemporanea, nè certamente io sarei stato temerario abbastanza per osar lanciare nell'immondo circo ove lottano tuttora tante sozze passioni, il giudizio della povera mia mente senza corredarlo prima di quel documento che solo vale a rendere proficua la storia, l'imparzialità dir voglio; e se invece di bandire il vero, io avessi avuto in pensiero di esaltare o deprimere questo

M89695

quest'altro partito politico: ma avendo io certezza che net portar sentenza sugli scorsi eventi, io intenderò l'animo soltanto a porre nella vera loro luce i fatti e trarne quelle conseguenze che tutti, ove giudicar vogliano senza preconcetta passione, sentono essere le sole vere, io non esito a por fine al propostomi scopo di narrare gli avvenimenti militari del Piemonte sino ai di nostri.

Questa mia imparzialità non salverammi certo dall'astio dei potenti smascherati, dal biasimo dei dappoco, nè dall'ira dei settarii: onde, oltre ai non lievi sacrifizii pecuniarii causatimi da questo mio lavoro, io avrommi per soprassello inimicizie e forse contumelie. Ma io risponderò a quei latrati col contegno di chi a nulla aspirando, nulla ormai più sperando, sente di aver diritto di giudicare i patrii eventi, di porre in evidenza il vero valore, il merito reale, e di denudare la storia dalle tante menzogne di cui la oscurarono i varii partiti. Poco occupandomi degli individui, io dirò ciò nulla di meno la condotta tenuta da ognuno nel disimpegno dei proprii doveri; e chi crederassi leso, legga le parole di Colletta da me scelte ad epigrafe, e dica a se stesso, che quando si coprono cariche elevate ed alti ufficii, convien pure nobilmente esercirne le attribuzioni o tollerare la critica.

Nel ribattere le accuse degli scrittori esteri e nostrani io feci uso di quella moderazione che si addice allo storico, ed allo storico di una guerra magnanima, in cui molti furono gli errori, molte le sciagure, e degni fors'anco di biasimo i modi tenuti, ma incontrastabile il diritto che ci pose le armi in mano: ed appunto perchè per noi pugnava il sacro diritto della nazionalità, a me parsa sarebbe ignobil cosa e

non degna di tanta causa imitare chi non sa parlare degli stranieri senza scendere a vituperii: lasciam quest'arma alle donnicciuole; noi, sangue latino, impariamo alfine a gridar meno, ad oprar meglio.

In questa prefazione mi giova porre eziandio in avvertenza il lettore sul motivo che mi indusse a parlar talvolta di me: non occorre che io dica che ciò non feci per vana gloria; la sola lettura dei fatti allegati prova che essi non ridondano per nulla a mio onore: ma io ciò feci perchè il lettore veda che nel portar giudizio dello spirito dell'esercito nelle varie epoche, io mi attenni a dati di cui posso guarentire l'autenticità.

Nella narrazione delle varie operazioni di guerra io mi applicai sopra tutto a porre in evidenza quando i due eserciti avversarii agirono dietro i buoni dettami della scienza, e quando contro, senza far differenza dall'uno all'altro, poichè in tal modo, e non a stregua delle passioni, va scritta e studiata la storia militare, se fruttar deve. Discorrendo poi delle varie fazioni guerresche, notai con lode i forti e con biasimo i pusilli, senza investigare se chiudessero in cuore affetti repubblicani o dinastici, se più le libere forme di governo o le assolute prediligessero: erano Italiani, cui dover di soldato od amore di patria poste avevano le armi in pugno contro lo straniero; e quelli che virilmente adempirono al debito loro hanno per questo solo fatto diritto innegabile alla riconoscenza dei loro connazionali. Lodai pertanto con egual metro i regii di Goito e di Custoza, i repubblicani di Venezia e di Roma, chè tutti difendevano la nazionalità italiana retta da quelle forme che ad ognuno sembravan più perfette, ignorando essi, ahi sven

« ZurückWeiter »