Opere, Band 4N. Carli e G. Ricci, 1814 |
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... ciel le verdi chiome : Fan quei tronchi , e quelle foglie Il miglior di sua belta . Come a te l'esser gentile , Al mio volto più virile È bellezza la fierezza , E l'orrore è maestà . Glauce , poi Galatea . hi udì mai , chi mai vide Gla ...
... ciel le verdi chiome : Fan quei tronchi , e quelle foglie Il miglior di sua belta . Come a te l'esser gentile , Al mio volto più virile È bellezza la fierezza , E l'orrore è maestà . Glauce , poi Galatea . hi udì mai , chi mai vide Gla ...
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... Ciel che in tal guisa Parli sempre il tuo labbro ! Gal . Ah mio tesoro , Sol per te ... Aci . Per te sola ... Gal . lo vivo . Aci . Io moro . Gal . Aci . Gal . Aci . Gal . Aci . Se vedrai co ' primi albori D'occidente uscir l'aurora ...
... Ciel che in tal guisa Parli sempre il tuo labbro ! Gal . Ah mio tesoro , Sol per te ... Aci . Per te sola ... Gal . lo vivo . Aci . Io moro . Gal . Aci . Gal . Aci . Gal . Aci . Se vedrai co ' primi albori D'occidente uscir l'aurora ...
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... ciel Irato a balenar ; E qualche volta il mar Ritorna in calma . Pol . Glauce , non è più tempo Di lusinghe , e d'affetti ; io voglio ormai Mostrare a quell ' ingrata , In mezzo a quel deslo , che m'innamora , Che Polifemo è Polifemo ...
... ciel Irato a balenar ; E qualche volta il mar Ritorna in calma . Pol . Glauce , non è più tempo Di lusinghe , e d'affetti ; io voglio ormai Mostrare a quell ' ingrata , In mezzo a quel deslo , che m'innamora , Che Polifemo è Polifemo ...
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... ciel sereno ? Gla . E questa , o Dea dell'onde , Nuova prole tu chiami ? Tutti i celesti segni Per obliquo sentiero ha scorsi il Sole Dal di , che dal tuo labbro io l'ascoltai . Tet . E ver ; ma in questo giorno Spuntò germe novello ...
... ciel sereno ? Gla . E questa , o Dea dell'onde , Nuova prole tu chiami ? Tutti i celesti segni Per obliquo sentiero ha scorsi il Sole Dal di , che dal tuo labbro io l'ascoltai . Tet . E ver ; ma in questo giorno Spuntò germe novello ...
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... ciel le stelle , Nè cheto il mare Mai le procelle Scordò così . Discendi a secondar la nostra speme ; Mai l'invidia funesta Per volger d'anni , o per girar di lustri Inaridir non vegga Sulla tua fronte i gloriosi allori ; E mai tua ...
... ciel le stelle , Nè cheto il mare Mai le procelle Scordò così . Discendi a secondar la nostra speme ; Mai l'invidia funesta Per volger d'anni , o per girar di lustri Inaridir non vegga Sulla tua fronte i gloriosi allori ; E mai tua ...
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affetti alcun alfin allora alma altrui amante amor antichi ARCIDUCHESSA Arist Aristotile arte Asteria Atal Atalanta Aten Atenaide Attori Augusta avea azioni bella canto Capitolo ch'io Ciel ciglio Climene commedia convien cotesta credo d'Orazio Dacier dice diletto dolce Dramma Drammatici Edipo Egle Endimione Epico Eschilo Euripide favola felice ferita fuggi Giove Glauce Greci Iliade Imen Imeneo imitazione istesso l'alma l'onde labbro lascia Licori lieto luogo medesimo Medoro mente musica Nice Nume Odissea Oh Dio Omero Orazio pace Palemone parlar parole passi periglio petto piacer Poema Poema Epico poesia Poeta Poetica possa Pulcheria quid quod ragione rappresentazione rende scena sdegno sentenza sento Sofocle Soggetto sospirar spettatori spiega strali teatro Teod Teodosio Tespi timor Tirs Tragedia tragico troppo trova veggo verisimile versi visibile vuol γὰρ δὲ ἐν καὶ τὸ τῶν
Beliebte Passagen
Seite 290 - Da tutto ciò convincentemente si deduce che l'imitatore non essendo copista, né aspirando perciò ad ingannare alcuno, non si obbliga a conservar nelle sue imitazioni tutte indistintamente le circostanze del vero; ma solamente quelle che la sua industria può giungere a comunicare alla materia in cui si è impegnato di farle, senza mai però abbandonarla o nasconderla. E che per necessaria conseguenza è assioma assai difettoso ed equivoco il dir seccamente (come ogni giorno si dice) che l'imitatore...
Seite 198 - Si veneror stultus nihil horum : " 0 si angulus ille Proximus accedat qui nunc denormat agellum ! 0 si urnam argenti fors quae mihi monstret, ut illi Thesauro invento qui mercenarius agrum Illum ipsum mercatus aravit, dives amico Hercule...
Seite 398 - Il popolo è per l'ordinario il men corrotto d' ogni altro giudice . Non seduce il suo giudizio rivalità d'ingegno, non ostinazione di scuola, non confusione d'inutili, di falsi, di male intesi o male applicati precetti, non voglia di far pompa d' erudizione , non malignità contro i moderni , mascherata d'idolatria per gli antichi, nè alcun altro de' tanti velenosi aflètti del cuore umano , fomentati , anzi bene spesso prodotti dalla dottrina , quando non giunge ad esser sapienza.
Seite 398 - ... fomentati , anzi bene spesso prodotti dalla dottrina , quando non giunge ad esser sapienza. Legge ed ascolta il popolo i poeti unicamente per dilettarsi : non se ne compiace se non quando sente commoversi ; e, benché s'inganni il più delle volte, quando pretende di spiegar le cagioni del suo compiacimento , non s'inganna perciò in lui giammai la natura , quando si risente ali' efficacia de' non conosciuti impulsi che l
Seite 322 - Cartagine, in un altro la cena, nel terzo la caccia, nel quarto gl'inutili sforzi della regina per non essere abbandonata, e finalmente nell'ultimo la disperata sua morte ; perché sarebbe mai degno di biasimo un poeta che presentasse a" suoi spettatori successivamente in diversi gruppi, come in diversi quadri, le diverse azioni, senza le quali non sarebbe verisimile la principale? Ogni nuovo quadro, essendo circoscritto e distinto, senza violare qualunque più sofistica regola, può supporre altro...