Vita di Benvenuto Cellini ... da lui medesimo scritta, ridotta a buona lezione da G.P. Carpani, Band 2 |
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ajuto alcuni Antonio Landi Ascanio assai avendo avessi Baccio Baccio d'Agnolo Bandinello bella benissimo Benv Benvenuto Benvenuto Cellini Bindo Altoviti bronzo buon Cardinal di Ferrara Cardinale casa castello Cellini certo ch'egli ch'io chè chiamato colla cominciai cominciò Cosimo Crusca d'argento d'oro in oro danari detto dice dipoi domanda Duca Cosimo Duca di Firenze Duchessa Eccellenza ediz essendo facessi faceva fare fece figlio figliuolo fiorentino Firenze Francesco Francia fussi giorno Giotto gran grandissima Guido Guidi Iddio Illustrissima infra Inmentre innanzi insino l'aveva lasciò lavoranti lavorare legge Liperata Luigi Alamanni luogo m'aveva Madama di Tampes Maestro mandato maraviglioso Marmagna marmo meco medesimo Messer messo modello mostrare Navarra Nettuno opera Parigi parole passato Perseo piacere Piero Piero Strozzi poco porta poteva quei Ricordo rispose S. E. Ill sapeva Sbietta Scultura Signor sopraddetto statua Strozzi trovare uomo Vasari venne venuto Vicchio voleva volse
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Seite 300 - Io posso male scrivere; pur, per risposta della vostra lettera, dirò qualche cosa. Voi sapete come Urbino è morto: di che m'è stato grandissima grazia di Dio, ma con grave mio danno e infinito dolore.
Seite 287 - E così tutta la mia povera famigliuola66 rimossa da tanto spavento e da tante smisurate fatiche, in un tratto si mandò a ricomperare, in cambio di quei piatti e scodelle di stagno, tante stoviglie di terra, e tutti lietamente desinammo, che mai non mi ricordo in tempo di mia vita né desinare con maggior letizia né con migliore appetito.
Seite 281 - I mio gran male si passerebbe, e che e' mi era venuto per la troppa fatica. Così soprastato due ore con questo gran combattimento di febbre, e di continuo io me la sentivo crescere, e sempre dicendo io mi sento morire, la mia serva che governava tutta la casa, che aveva nome Mona Fiore da Castel del Rio ( questa donna era la più valente che nascessi mai...
Seite 281 - ... e disse: — O Benvenuto ! la vostra opera si è guasta, e non ci è più un rimedio al mondo. — Subito che io senti...
Seite 230 - Chi è quel grande, che non par che curi Lo 'ncendio , e giace dispettoso e torto Sì, che la pioggia non par che '1 maturi?
Seite 275 - ... sfiatatoi che io avevo fatti ; che quanti più se ne fa, tanto meglio si empie le forme. E finito che io ebbi di cavar la cera, io feci una manica...
Seite 277 - Come che 3 io vidi d'averla benissimo ferma, e che quel modo di incalzarla con '1 metter quei doccioni bene ai sua luoghi.... •"; 'e che quei mia lavoranti avevano bene inteso il modo mio, il quale si era molto diverso da tutti gli altri maestri di tal professione ; assicuratomi che io mi potevo fidare di loro , io mi volsi alla mia fornace, la quale avevo fatta empiere di molti masselli di rame e altri pezzi di bronzi...
Seite 284 - ... ora a quello : Porta qua, leva là : di modo che veduto che il detto migliaccio si cominciava a liquefare, tutta quella brigata con tanta voglia mi ubbidiva, che ognuno faceva per tre. Allora io feci pigliare un mezzo pane di stagno, il quale pesava in circa a...
Seite 298 - I cervello , e lo scrivere m' è di grande affanno, perché non è mia arte. La conclusione è questa di farvi intendere quel che segue dello abbandonare la...
Seite 285 - ... 1 bronzo si versava, subito feci aprire le bocche della mia forma, e nel medesimo tempo feci dare alle due spine. E veduto che il metallo non correva con quella prestezza...