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qu' il convient d' intenter ou de soutenir pour servation des droits communs.

l'exercice et la con

Toutes les deliberations pour les quelles la convocation du Conseil est necessaire, ne pourront être executée qu' avec l' approbation de l'administration du Departement, qui serà donnée, s' il y a lieu; du Prefet sur l' avis du Sous-Prefet.

(Loi 14 decembr 1789.)

Abbiamo posto insieme tutte le disposizioni di legge che allora regolavano i Comuni nelle provincie illiriche; non solo ad oggetto di presentare ai lettori la forma e la attività dei Comuni di allora, ma perchè la memoria di quei Comuni durò anche poi che furono sostituiti gli antichi, Dovressimo registrare anche il Decreto Imperiale di S. Cloud del 1811, ma temiamo di recare troppo materiale; e ci limitiamo alla forma di Comuni, quale le leggi da noi registrate, avevano data. Tale doveva essere e tale fu il Consiglio Municipale di Trieste, capoluogo dell' Intendenza o dipartimento dell' Istria che abbracciava l'Istria veneta e la Gorizia, Pisino e quanto dal Montemaggiore versa le sue aque verso ponente. Era allora Intendente l'Auditore al Consiglio di Stato Arnault giovane ventenne, e prese residenza nell' edifizio oggidì Accademia di Commercio e Nautica, di nessun ordine insignito; a lui subentrò più tardi il dalmata Calafati già avvocato poi Sindico in Capodistria durante il governo austriaco primo, entusiasta per Napoleone dal quale era stato fatto Barone; in Parigi alla festa data dal principe Schwarzenberg per festeggiare il matrimonio di Napoleone con Maria Luigia figlia dell' Imperatore d'Austria Francesco, aveva veduto ardere nell'incendio del palazzo di festa, la moglie figlia di un Medico di Capodistria e la figlia, riuscito a scampare la vita con tali ferite di fuoco, che mai più potè riaversi. Caduto il Governo napoleonico, Calafati restò in provincia, e ricusato avendo di fare la segnatura, che riuscì sì facile a tanti altri, a carta che diceva, avere operato durante il Governo napoleonico per obbedienza a quel Principe, non per proprio convincimento; egli che operato aveva di cuore, preferi la povertà a novello impiego oltre mare, od al ritorno nell'ordine degli avvocati, ed esperita la ingratitudine dei beneficati mentre era in carica, la pietà di quelli che aveva severamente trattato per creduto debito di officio, visse il restante degli anni in povertà, morì in miseria in quella stessa città a benefizio della quale aveva speso (altri dissero dilapidato) i civanzi dell'avvocatura, e chiamati al letto di morte quelli che sapeva essergli stati avversi durante il Governo napoleonico, chiese ed ebbe il perdono di cristiano moriente. Fu recato alla terra dei poveri, senza onore di corteggi che a persona rivestita già di suprema Magistratura potevano farsi. Privo di discendenza, nella sua tomba da plebeo, scesero il nome del suo Casato, il Baronato, l'Aquila della Corona di ferro; alzato repentinamente da moti impetuosi che somigliavano a rivoluzione, fu ludibrio del caso e di fortuna. Quelli che il conobbero lo dicevano ornato di grande facondìa avvocatesca, alla quale nobile professione aveva profondi studî ed amore; lo dissero mancante nella scienza e nel gius amministrativo, quella credutasi supplire con impeti improvvisi di estro e di facezie, questa coll'impetuoso decretare, contro il quale non sofferiva reclami. A noi in tempi più tardi assai accadde di udire che avrebbe avuto altra de

stinazione; godeva i favori del Principe Eugenio Beauharnais. Ma noi usciamo da via.

Napoleone adunque nominava il Maire, la Municipalità, ed il Consiglio di Trieste, entrato in carica il dì 27 Maggio 1812.

26 Mars 1812, a l'Elisée.

Napoléon Empereur des Français, Roi d'Italie, Protecteur de la Confederation du Rhin, Mediateur de la Confederation Suisse ecc. ecc. Sur la proposition de notre Ministre de l'Interieur, nous avons nommé et nommons

aux fonctions de Maire de la Comune de Trieste:

Le Chevalier Maffei Charles, membre de la Legion d'honneur, Proprietaire

Cronnest Joseph, Avvocat

Ossezky Frideric, Ex-Presid. du Magistrat
Pietragrassa Antoine, Ex-Secret. du Magist.
Rusconi Ambroise, Proprietaire

Bajardi François, Ex-Conseiller du Magistrat
Cassis Joseph Michel, Proprietaire

Luchese Joseph, Avocat

Gadolla Ignace, Negociant Proprietaire
Bellusco François, Proprietaire

Catraro Ciriaque, Negociant Proprietaire
Risnich Etienne, Negociant Proprietaire
Marenzi Cajetan, Proprietaire

Griot Philippe, Negociant Proprietaire
Rondolini Laurent, Medecin

Carciotti Demetre, Negociant Proprietaire
Minerbi Graziadio, Negociant Proprietaire
Hierschl Philippe, Negociant Proprietaire
Zampieri Antoine, Apotecaire

Chioggia Charles Louis, Negoc. Proprietaire
Kohen Philippe, Negociant Proprietaire
Plastarà Jean Drosso, Proprietaire
Hagenauer Ignace, Negociant Proprietaire
Fister André, Arpenteur

Vicco Antoine, Negociant Proprietaire

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Notre ministre de l'Interieur est chargé de l'execution du present decret.

Napoleon.

Par l'Empereur

Le Ministre Secretaire d'Etat

Le Conte de Daru.

Siffatta nomina è per più conti memorabile, manifestando il nuovo sistema. Tutti i nominati erano sudditi francesi, su di che quel Governo era severissimo, ed avendo introdotta la coscrizione militare, non era si facile il giuocare le sconderuole, e quel Governo aveva persone che sinceramente gli manifestavano le condizioni legali precedenti

secondo le quali riconoscevasi la sudditanza; per quanto abbiamo saputo uno solo dei ricusanti fu riconosciuto estero, altro per simulazioni sfuggì. La pace di Vienna lasciava libero a chiunque di emigrare entro certo periodo convenuto lungo, svincolando i beni anche fedecommessarî e trasportandone il ricavato. Fu per la prima volta che il Comune di Trieste vidde ammessi gli Ebrei alla rappresentanza del Municipio, se tale poteva dirsi quel Consiglio; si viddero ammessi Greci, Illirici, Calvini e Protestanti, si viddero ammesse persone di ogni ordine, di qualunque occupazione di vita, fuorchè contadini e di professione secondaria o vile, esempio che ebbe poi lunga imitazione e divenne canone, ritenendosi di dover chiamare in ogni consorzio individui di ogni religione, esclusi i preti, i militari, gli impiegati dello Stato; vi si aggiunse poi, di ogni professione.

Il Podestà, o come allora lo dicevano, il Maire venne scelto tra i Patrizî, e fu Carlo di Maffei, non di antica famiglia triestina, di bella nobiltà, patrizio di Gorizia, aggregato al Consiglio nel 1776, che era stato Console Pontificio. Fu fatto Cavaliere della Legion d' onore.

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Di vecchi Patrizî entrarono in Consiglio il Francesco Bajardi, il Gaetano Marenzi, ambedue ex-impiegati austriaci, ed entrarono come possidenti. Degli ultimi Patrizî furono Vicco Antonio negoziante, Pietragrassa Antonio ex-impiegato, Secretario del Magistrato; Bellusco Francesco, Gadolla Ignazio, entrati come Negozianti; ma ramente nel Consiglio entrarono solo cinque Patrizî; il Podestà, gli Aggiunti non facendo parte del Consiglio. Vi entrò un'avvocato il D.r Lucchese, un medico il D.r Rondolini, uno speziale l'Antonio Zampieri, un agrimensore il Fister, quatro possidenti; dieci, possidenti insieme e negozianti; nessuno che fosse soltanto negoziante; dodici cattolici, tre israeliti, tre greci-orientali, un greco-illirico, un calvino, e crediamo che uno degli Aggiunti fosse calvino. Secondo luogo di nascita, nè il Podestà, nè tre degli Aggiunti erano triestini, del Consiglio tre soli, e forse quatro soltanto; un' arabo, due svizzeri, il rimanente friulani, genovesi, greci, tedeschi, istriani, veneziani.

Il Consiglio napoleonico era ben diverso nella composizione, nelle attribuzioni, dal precedente Consiglio dei Patrizi. Abbiamo recato le leggi dei Municipî, le quali tutto affidando al Podestà, togliendo poi a questo ed al Consiglio ogni debito di provvedere alla pubblica felicità, lo limitava alla economia del patrimonio del Comune, e alla polizia di materiale sicurezza, salubrità e pace interna. Una sol volta poteva radunarsi il Consiglio ed al più sedere 15 giorni, a fare i preventivi, ed esercitare l'officio di contabilità. Durò lungamente la memoria del Maire e degli Aggiunti, e degli abiti gallonati, e delle sciarpe a frangie, tricolori, e degli onori militari che loro si rendevano; pochi o nessuno ricordavano il Consiglio, e noi registriamo il decreto Imperiale che lo nominò, affinchè ne faccia testimonianza degna di fede; imperciocchè a noi medesimi che apersimo gli occhi dell' intelletto dopo questi tempi, non accadde di udir parlare del Consiglio napoleonico di Trieste anzi neppure di sapere che mai ne avesse esistito alcuno, siccome non ci accadde di udire di una Convocazione di Circondario.

XI.

RESTITUZIONE ALL' AUSTRIA. SPERANZE DEL PATRIZIATO

In sulla fine del 1813 il generale austriaco di artiglieria barone de Lattermann, sembrava dichiarare di prendere possesso di queste provincie per l'Austria, però correvano voci e timori che Trieste passerebbe alla Corona Britannica, e brulicavasi che l'Austria avrebbe rinunciato a divenire potenza marittima, lasciando agli Inglesi le Isole Ioniche, la città di Venezia; Malta, Lissa, i Brioni dinnanzi Pola erano già in mano di loro, i quali così avrebbero avuto facilità di custodire l'Adriatico; quanto ai commerci essi ne erano maestri. Fossero vere o no quelle voci, certo fu grande l'affrettarsi ad imitare le mode inglesi, così gli uomini come le donne, ad adottarne il sussiego e le stravaganze, a balbettarne la lingua, ed a fare il buon viso alli soldati inglesi, che insieme alli austriaci e siciliani presidiavano la città; quando si diceva inglese era il non plus ultra di bellezza, di sapere, di valore. A quelle voci subentrarono tosto altre che si credevano giustificate da Proclami.

Il primo Manifesto del Governatore generale Barone de Lattermann, aveva parlato di provincie conquistate:

MANIFESTO dell' I. R. provvisorio Governo Generale nell' Illirio.

Sua Imp. Reg. Ap. Maestà FRANCESCO PRIMO, Imperatore d'Austria, si è graziosissimamente degnata di affidare alla mia amministrazione, e di far trattare provvisoriamente sino al ristabilimento della Pace, come conquistate, le Provincie che co' prosperi avanzamenti delle sue armi sono state prese in possesso. In conseguenza di ciò, tutte le pubbliche Autorità politiche, ecclesiastiche, giustiziali e di finanze, gli Intendenti, Mairs, Controlori, Ricevitori e Percettori finora costituiti presso il Governo Illirico, proseguiranno ulteriormente, sinattantocchè non siasi in particolare od in generale, altrimenti risoluto, ne' rispettivi loro obblighi di servigio a' quali sono stati obbligati con giuramento sino al punto del reingresso delle Imperiali Austriache Truppe: particolarmente poi li Capi d' Ufficio dovranno prestare immediatamente nelle mie mani il Giuramento di ubbidienza, ed in egual modo riceverlo dagli Ufficianti loro subordinati, e rimetterlo a me con la propria sottoscrizione rispettiva di ognuno di essi.

Quindi è, ch' io rendo perciò risponsabili gl' Intendenti de' Circoli, od i loro Suddelegati, affinchè gli Ufficianti impiegati ne' loro Circoli, li quali erano incaricati di esazione, conteggio ed estradazione aventi qualunque siasi categoria d'esazioni, sì dirette che indirette, delle Amministrazioni che furono in, o fuori di appalto, o che tuttavia vi si ritrovano, siano pressati all' immediata presentazione della chiusa de' loro Conti. In questa deve essere esattamente spiegato, nominando tutte le rubriche di esazione, l' obbligazione individuale, ciò che è rimasto da esigersi, ciò che non è ancora esatto od estradato, e per conseguenza ciò che resta da esigersi dalle Parti, ovvero ciò che, come già introitato in cassa, deve essere avanzato al suo ulteriore destino; li contamenti già incassati, detratti prima li Percento dovuti agli Ufficianti, a norma di prescrizione, o per deduzioni altrimenti accordate, devono essere consegnati senza ritardo; e proseguiti ulteriormente gli affari e le riscossioni colà dove hanno cessato, di modo che le quote scadenti di mese in mese, ovvero in rate altrimenti fissate, vengano fatte introitare nel modo e secondo il tempo che, medianti espresse preventive istruzioni e sotto comminazione del personale arresto, era stato al renditore di conti per ineccettuabile esecuzione prescritto.

Quanto perfettamente si giustifica questa procedura coll' esempio di tutti li tempi, e delle Potenze belligeranti in simili circostanze di conquiste; altrettanto certamente Sua Maestà coglierà il primo momento del totale allontanamento de' pericoli della guerra e della ristabilita Pace, per rimettere le Provincie strappate per tanto tempo dai Suoi Stati in una costituzione, in cui li popoli soggetti allo Scettro Austriaco sonosi in ogni tempo gloriati della sorte d'esser Sudditi del Benignissimo Monarca.

Lubiana, 17 ottobre 1813.

Queste voci - Imperatore conquista rammentavano le conquiste napoleoniche, ricordavano contribuzioni, coscrizioni, creazione di cosa pubblica all' intutto nuova; alla notissima voce conquista, opponevano nei troppi discorsi la voce postliminium che pochissimi poi comprendevano e citavano le parole latine di un diploma di Massimiliano dopo il ricupero di Trieste del 1509; e tutti credendosi chiamati a parlamento, ne sorti un clamore da assordare, tutti concordi contro conquista, ognuno poi voleva il postliminio a proprio modo. Gli avanzi dello scomposto e paralizzato Consiglio patriziale del 1808 raunatisi in privato credettero mezzo opportuno il raccogliere quelle che allor si dicevano Franchigie di Trieste, ed assunse il carico di comporne libro quello stesso che fu autore del progetto di Statuto del 1808, (e fu poi data alle stampe la prima parte), coll' intenzione di deviare gli effetti di quella che temevano conquista e venire al postliminio. Non fu nè conquista, nè postliminio; ben altre cose vi stavano frammezzo.

L'Imperatore aveva con armi giuste ricuperato tutto quel corpo che aveva nome di Provincie illiriche, e che (all' infuori di Ragusa) tutto era stato di sua sovranità; e mentre queste Provincie stavano in dominazione francese eransi fuse in un solo corpo di Stato, tolte tutte quante mai erano le antiche condizioni; ed aveva avuto uniformità di leggi, di instituzioni, di magistrature, di procedimenti, abolita ogni baronalità, esonerato (come si direbbe oggidi) il suolo colla abolizione dei

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