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Incolato e cittadinanza

civica e provinciale

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Vigilanza sui forestieri

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Coscrizione

Visitazioni generali della città e provincia

Guardie di Polizia Casa di correzione e carceri

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Milizia civica

Milizia provinciale Decani pei villagi Regolamento per la SerStrade pubbliche.

vitù

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ria

Della pubblica salute:

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Aquedotti, pozzi e cisterne - Ospitali Cimiteri VeterinaNettezza pubblica Canali e fogne Magistrato di sanità. Ultimo LIBRO e IV degli Statuti è dedicato alla pubblica prosperità e contiene:

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Commercio Navigazione Polizia del Porto Fabbriche commerciali Arti e mestieri Agricoltura Coltura forestale e

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della caccia - Pescaria - Piscatoria. Pubblica Beneficenza :

Mendici Istituto dei Poveri Istituto di lavoro - Pubbliche elemosine e collette Pie Fondazioni.

Il Rossetti desiderava così formato il Comune di Trieste, nell'anno 1808; per riguardo alle altre provincie dell' Impero, provincia da sè; nell' interno dei confini del Comune, città impiccolita fino alli confini segnati nel Libro del possesso e delle ipoteche; le contrade esterne colle ville in condizione di provincia; divisa la popolazione in ordini patriziale, cittadino, provinciale, (ommessi i borghigiani) mercantile; ordini che dicevansi anche Ceti (ed ancora oggidì i mercanti volendo indicare la loro condizione si considerano ordine, e lo dicono Ceto, il che dagli altri è dismesso da lungo, la voce e la cosa), Consiglio Patriziale unico Rappresentante della città e provincia e dell'ordine o ceto patriziale; però l'Emporio considerato corpo distinto e con propria Rappresentanza; Emporio e Città abbinati in alcune gravi contingenze, siccome di invasione nemica, di grandi sollennità.

Mentre bollivano le discordie tra patrizî e patrizianti, tra code e folte basette, tra nobili e plebei, tra città vecchia e nuova, tra Lovacziani e statutarî; mentre il nuovo progetto di Forma Municipale si compilava, si presidiava con documenti che dovevano poggiare il diritto storico, tradizionale; mentre si sollecitavano ed attendevano le superiori deliberazioni se il vecchio patriziato dovesse trionfare delle nuove velleità popolari; mentre gli inverniciatori davano l' ultima mano ai ritratti dei nuovi patrizi in abito rosso: romoreggiare allegro di tamburi, insolito, però udito altre volte; concenti di musica non lieta nè sonora; passi misurati di moltissimi, più solleciti delli noti; silenzio perfetto nelle vie, spingevano a chiedere cosa fosse. Era il Reggimento LXXIX di linea, dai ciakô rossi, che prendeva possesso di Trieste in nome dell' imperatore Napoleone per diritto di guerra fortunata.

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de Brigido conte Pompeo (Governatore)

de Bajardi Antonio

de Civrani Andrea

de Giuliani Antonio (lo Scrittore)

de Giuliani Francesco

de Giuliani Pietro

de Brigido barone Venceslao

de Saurer Ferdinando

de Giuliani Saverio

de Francol Domenico

de Francolsberg Pietro cavaliere

de Giuliani Antonio qm, Germanico de Conti Stefano

de Burlo Giuseppe

de Burlo Ignazio

de Giuliani Giuseppe

de Prandi Giacomo

de Francolsberg Giuseppe cavaliere

de Giuliani Bernardo

de Picardi Francesco

de Capuano Ignazio (Preside' del Magist.) Camnich Andrea

de Calò Giulio Antonio

de Garzarolli Antonio Daniele

de Leo Pietro

de Kupferschein Francesco

de Eger barone Federico

de Donadoni Francesco

de Civrani Leopoldo

de Conti Antonio

de Francolsberg Lazaro cavaliere

de Burlo Leopoldo, Capitano de Thurn conte Raimondo Schiavuzzi Giuseppe Maria de Maffei Carlo

de Rossetti Antonio

de Pellegrini conte Pietro

de Garzarolli Giovanni Nepomuceno de Jurco Antonio

de Ustia Mario

de Giuliani Francesco Saverio

de Marenzi barone Giuseppe

de Rossetti Giuseppe

de Marenzi barone Antonio

de Jurco Dottor Matteo

de Marenzi barone Girolamo

de Francolsberg Luigi cavaliere de Bajardi Giacomo

de Saurer Giuseppe

de Costanzi Giovanni Battista

de Burlo Pietro barone

Praun Giovanni Giorgio

de Saurer Antonio

de Bonomo Cristoforo Pietro Crobath Matteo Zacheo Doganiere de Calò Giovanni Bonaventura de Zucconi Giovanni Battista Guadagnini Francesco Antonio de Marchesetti Alessandro de Montanelli Giuseppe

de Francolsberg Pietro cavaliere de Chichio Francesco

Guadagnini Giacomo

Bellusco Francesco

de Ricci Giovanni Nepomuceno, barone

de Civrani Giusto Vincenzo

de Civrani Giuseppe

de Francol Daniele

de Pascottini Giovanni Battista, Presidente

del Tribunale

de Fratnich Francesco, Eccellenza de Milost Giovanni Ignazio Dolcetti Alessandro

de Civrani Luigi

de Calò Francesco

de Kupferschein Giovanni Dottore Sticotti Antonio

de Bajardi Francesco Pancera Domenico

de Guicciardi conte Francesco Giuseppe de Longo Floriano barone

Spinola don Camillo, Marchese

de Lellis Carlo Alessandro

de Costanzi Giuseppe

de Garzarolli Dottor Pietro

de Francol Geremia

de Fecondo Gennaro

de Calò Giuseppe

de Enzenberg Francesco conte

de Jurco D. Matteo

de Flamio Pietro Giuseppe, cavaliere

de Maffei Carlo di Carlo

de Pittreich Giuseppe nobile

de Potoschnig Giuseppe nobile

de Jenner Michele

Dell' Argento Vincenzo barone

de Rossetti Dottor Domenico

de Roth Francesco

de Lovacz Sigismondo conte

de Buset Giovanni Nepomuceno barone

de Rinna Giovanni Battista

de Sardagna Benedetto

de Nemeth Alessandro

de Marenzi Gaetano barone

de Buset Giuseppe nobile Reuss Ignazio

Jelussig Giuseppe

Cratey Antonio

Brunner Luigi

de Brigido Paolo conte

Praun Carlo

de Hohenwart arcivescovo di Vienna

de Trautmannsdorf Ferdinando principe

de Wrbna Rodolfo conte

de Althan Francesco conte

de Ugarte Luigi conte

de Zichy Carlo conte

de Rosemberg Francesco principe de Fechtig Ferdinando Eccellenza

de Baldacci Antonio Eccellenza

de Thurn conte Giovanni Battista de Marchesetti Lorenzo de Rossetti Carlo

de Zach Alessandro barone Selvatico Silvio conte

de Koller barone Francesco de Maurizio Giuseppe

de Scaletari Giuseppe

de Brenner Francesco Saverio
de Cattanei Carlo

de Raab Antonio
de Kaschnitz Ignazio

de Franul Giuseppe
Riedl Giuseppe

de Schmidegg Tomaso conte
Hanappel Teodoro

Gobbi Andrea Dottor
Reyer Francesco Taddeo
Förschl Giuseppe

Romano Pietro Antonio

de Weittenhüller Michele Federico de Dumreicher Giovanni

Sartorio Pietro

Förschl Ignazio
Platner Giorgio

Pillepich Giorgio
Gadolla Ignazio
Mayer Giovanni

Venier Giovanni Giacomo
Romano Francesco Santo

Vicco Antonio

Pontini Giovanni Battista

Eisner Carlo Leopoldo Dottor
Gerolini Mattia Martino Dottor

Pitteri Giovanni Battista Dottor
de Coletti Giuseppe

de Garzoni Giuseppe Probst Vincenzo

de Conti Annibale

de Pietragrassa Antonio marchese Novack Carlo

de Franul Vincenzo Dottor

de Schimmelpfennig Carlo barone Probst Giovanni Michele

Probst Giuseppe Felice

Probst Giovanni Pietro

Gelussig Luigi Dottor ultimo agreggato

X.

CESSAZIONE DEL PATRIZIATO. CONSIGLIO NAPOLEONICO

Nel 1814, allo ristabilirsi del Governo Austriaco colle leggi antiche, si credeva che del tempo napoleonico fossero sopravanzate tre cose soltanto, l'imposta prediale, il modo di riconoscere la capacità di un'bastimento marino, ed il Gabinetto di Minerva. Più tardi assai si credette fra queste l'abolizione del diritto ereditario ed alienabile di fare lo speziale, sia da se, sia mediante appaltatore; ma debito di storico ci impone di dire che tale diritto in Trieste non fu mai, e ce ne provochiamo a tutte le leggi dal 1300 in poi, (e le si hanno tutte raccolte) le quali anzi avversavano quell' ibridismo. Il dominio francese che durò quasi cinque anni, va ripartito in due periodi, il primo dall'occupazione militare fino al 1 Gennaro 1812, nel quale durarono le leggi e le instituzioni austriache a quel modo che potevano sotto l'influenza e la pressione di governo conquistatore; il secondo dal 1 Gennaro 1812 al 15 Agosto 1814, in cui imperavano leggi francesi, ancorchè negli ultimi mesi la città fosse ritornata austriaca.

ין

Noi volentieri ci saressimo dispensati dal toccare questa epoca che fu interpolata nella vita naturale di Trieste, se altri e ben maggiori cangiamenti non avesse recato quel breve interregno, nelle condizioni del Comune di Trieste, spostandole tutte, altre alzandole, altre abbassandole, altre cancellandole, facendo dominanti canoni e principî che dapprima od erano latitanti, od appena sbuccianti, quali appunto eguaglianza politica, la libertà di culto, l'emancipazione degli israeliti. I Governo napoleonico aveva svelto dalle radici ogni legge ogni instituzione precedente, anche quelle che erano di mero provvedimento locale, e prodotto di legislazione municipale, ogni legge di qualunque ordine fosse, anche di prima costituzione sociale; le sole leggi di chiesa furono eccepite a quel cataclisma politico. Il che fu operato mediante un decreto del Governatore Generale nel quale, ripartite in materie, vanno collocandosi tutte le leggi che venivano allora attivate, e gli articoli dei Codici che nelle Provincie illiriche non avrebbero avuto attività; decreto accompagnato da un opera in XIV volumi nella quale

si trovavano registrati i testi di queste leggi, all' infuori dei Codici generali. Questa opera la dicevano il Bollettino, dacchè non tutto intero voluminoso Bollettino della Repubblica e dell'Impero Francese erasi attivato, e quei XIV volumi si riducevano a sette, fatto calcolo che le leggi erano in due lingue nell' italiana e nella francese, stampati a Parigi in nitida edizione, in formato di ottavo. Mirabile opera, tale da poter servire anche senza esposizione di dottrine a libro di dottrina; tanto la simultanea presenza di tutte quante le leggi che regolavano lo stato d'Illiria apriva la mente a chi vi donava studio, per giunger a sollecita conoscenza dei principî dall' intera legislazione, alle massime del Governo. Ma in Trieste che non è città propensa a cercare nelle leggi i pubblici interessi da promuoversi, piuttosto propensa agli interessi pecuniarii individuali, quel decreto del Governatore, quei quattordici volùmi ed i Codici, furono libri che pochi o nessun lesse, e rari. Noi non possiamo persuaderci che quella collezione fosse opera del Maresciallo Marmont, del quale intesimo dire mancasse di talento amministrativo, e le sue Memorie postume avvertono chiaramente che egli ne fu alieno, dacchè mostra chiaramente di non avere conosciuto che pochissime cose, e queste militari soltanto o quasi. La sapienza amministrativa fu di altri, di chi, l'ignoriamo; forse fu del Commissario di giustizia Confinhal.

La nuova legislazione fu in odio alla casta dei vecchi patrizî, all'antica popolazione di Trieste, e cosa singolare perfino agli uomini di legge della scuola vecchia, i quali nel 1814 in gioconda brigata, simulando e celiando, compostisi a Corte di giustizia pranzante, dei Codici che non avevano letti e delle toghe e dei beretti fecero un auto da fè, tanto sdegnavano lo apprendere da un libro che venisse da Francia. Nè poi questi erano della vecchia scuola austriaca, ma della nuova, della Gioseffiana; la quale al pari della francese proclamava i diritti innati imperscrittibili naturali dell' uomo e del cittadino, l' avversione alle forme di feudalismo, l'avversione alla nobiltà ed a tutto ciò che somigliava a questa, l'avversione alle instituzioni tramandate dal medio tempo, la credenza che il Principe sia il primo impiegato dello Stato (credenza dalla quale i Francesi eransi scostati) e più in là dei Francesi andavano in affari di cattolicismo e di reggimento di chiesa. Imperciocchè in Francia erasi sinceramente ristabilito il Cattolicismo, in piena libertà di culto cattolico, eccettochè le processioni in pubblico nella città ove altri culti avessero esercizio; il governo napoleonico aveva bensì imposto i così detti capitoli della Chiesa Gallicana, ma erano solo parole, e lo mostrarono i tempi più moderni; in Trieste la Città nuova andava ben più in là, dacchè non solo si escludeva nel Papa ogni primato di autorità, ma i Canoni stessi si rifiutavano; il culto volevasi ridotto a forme che dicevano razionali, e ripudiata nella chiesa ogni indole di Società Cristiana, volevasi la Chiesa che è Congregazione, semplice accidentalità di culto uniforme. In Francia tutte le case religiose erano state chiuse durante la rivoluzione; nell'Italia napoleonica un decreto imperiale le volle chiuse, tolti i Benefizi i Capitoli ed i Conventi. Marmont conservò nell' Illirio Capitoli, Benefizi, Conventi (quelli che sopravanzarono alle soppressioni Gioseffiane) e corre voce che fosse propenso ai Conventi di Francescani.

La novella città non era si avversa a quella foggia di reggimento

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