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defendere ab omni persona, non contendere aliquo modo dictum pignus, & precariam ab ca recepit possessionem, & que tenuerit pro ea tencat. Item Aviduto fil. q. Musche in hoc casu renuntiando omne auxilium legis, & juris promisit difle Abbatisse Marie stipulanti, & ejus successoribus, quod faciet. Uxorem Gianni Ghisllam facere similem cartam venditionis dille Abbatisse de predica terra,& re, &re, & ad dictum sui sapientis, & ad supradicum terminum supradictus Gianni non faciet facere,

sine pretio, & quod defendet ab ca, & ab omni alia persona, que pro ca litigaret, vel` molestaret, & si non faceret, promisit dare duplum nomine pene, & omne damnum, & expensas resarcire promisit dille Abbatisse, & ejus successoribus.

Ego Pax Iudex Ordinarius, & Notarius huic instrumento imposui completionem.

Due Carte dell' Arch. Diplomatico, una de' 7. Febbraio 1292, e l'altra de' 24. Maggio 1462. mi fanno incontrare altrettanti dubbj. Nella prima, consistente in un testamento, si dice, che Iacopo del Broglio del fu Benincasa del Popolo di San Piero a Monticelli lascia Dominabus de Majano commorantibus in Cafaggio 40. Flor. parv. Dunque nel 1292. le Monache di Majano abitavano in Cafaggio. Cafaggio, come ognuno il sa, è una denominazione di un tratto di luogo compreso in Firenze ver la SS. Nun

ziata. Che questa denominazione si esten desse fino a Majano non sembra a parer mio in verun conto presumibile, non che pos sibile, sì per la considerabile distanza, come કો ancora perchè tra Firenze, e Majano sonovi diversi altri luoghi intermedj, che il loro proprio, e primigenio nome ritengono, e non di Cafaggio. La Chiesa, per esempio, di S. Gervasio è più prossima di Majano a Firenze, e dalla parte istessa, eppure si appella nelle antiche Carte, o col solo nome di S. Gervasio, o col connotato di S. Gervasio alla Piagentina, come si è sopra veduto, e non già di S. Gervasio in Cafaggio. San Giusto Monastero pria di Monache, e quindi di Frati, che confinava colla nostra Città, distingueasi col nome di S. Giusto alle Mura, o delle Mura, e l'istesso dir si potria del Monastero di S. Benedetto. Dunque sarà forza il dire, che, qualunque si fosse la cagione, costrette fossero le Monache a ritirarsi per qualche tempo in Firenze in quella parte appunto, che chiamavasi, e che ancora il nome stesso di Cafaggio conserva. L'espressioni suddette del testamento sembra pure a parer mio, che il dimostrino, mentre dicendosi Dominabus de Majano viene ad esprimersi il nome del luogo, ove prima abitavano, allorchè coll' altro aggiunto commurantibus in Cafaggic pare, che venga a dichiararsi altro luogo differente dal primo. Che

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Che più? La Contessa Beatrice lasciando nel suo Testamento de' 12. Febbrajo 1278. esistente nell' Archivio suddetto alle Donne rinchiuse di Majano Libras quinque, non dice: alle Donne rinchiuse di Majano abitanti in Cafaggio, perchè forse non vi erano per anche passate, e così appellato viene in un contratto di vendita rogato da Ugolino del Bene, in cui chiamato viene a confine: petium terre positum in Populo, & Villa Monasterii S. Martini de Majano, e confinante a tertio terra Ecclesie, & Monasterium Sandli Martini de Majano. La causa del loro temporario passaggio in Cafaggio, seppur mai avvenne potrebbesi attribuire alle fatali circostanze delle guerre, che del continuo nei tempi remoti infestavano, e desolava. no il nostro Contado, onde mal sicuri credendosi molti Conventi sì dell' uno, che dell'altro sesso, che in gran numero sparsi erano presso Firenze, si ritiravano nella Città, per , per evitare gli oltraggi de' nemici. Tra i molti esempi, che addur potrei in comprova di questo, serva il seguente, giacchè oltre al coincidere nei tempi stessi, rammenta una notizia fin'ora ai nostri Istorici del tutto ignota. Abbiamo adunque nell' Archivio suddetto sotto l'anno 1301 una Carta, con cui Stefano Vicario Gen. d'Antonio Vescovo di Fiesole mosso dalle istanze delie Monache di S. Maria a Rosano, le quali

pro

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propter urbationes, & guerrarum discrimina, que hiis preteritis temporibus in Civitate, Districu Flor. noviter evenerunt non credeansi ivi sicure, loro scrive quanto segue, cioè, ut liberius valeatis turbines, & pericula quelibet evitare vobis Abbatisse, & vestrarum cuilibet veniendi Florentiam, ibique moram contrahendi in loco tamen congruo, & honesto tenore presentium liberam licentiam, & plenariam potestatem duximus concedendam, donec ad vestrum Monasterium redire, Deo Auétore, ibique cum pace, & tranquillitate morari libere valeatis &c.

Ma ammettendo, voi mi objettate, che in Cafaggio sen venissero, qual'è il luogo preciso, ove posarono il piè? Qual' è la memoria, che ce lo additi? Qual dei nostri Scrittori ne fa parola? lo nol' so, so per alIo tro, che in tali dubbiose circostanze è lecito a chicchessia il congetturare, e per congettura prendete voi pure queste mie riflessioni, le quali inutili forse state saranno, qualora la seguente notizia desunta da un Istrumento de' 20. Ottobre 1363. dell' Arch. Diplomatico, pervenutomi, casualmente alle mani in tempo da non potermi ridire, riguardi ciò, di cui parliamo. Ivi dunque nominandosi un podere dicesi positum in Pop. Canonice Fesulane de prope Florentiam in loco dido al Palagio, seu al Cafaggio.

L'altro dubbio, che mi è nato in al-.

tra

tra Carta del medesimo Archivio dei 24. Maggio 1462. è l'esser dichiarate queste Mo. nache d'Istituto Agostiniano, mentre dell'Ordine sono di S. Benedetto, e a tal Regola, come trovasi nelle antiche Carte, sono state sempre ascritte, ed il sono eziandio al presente. Ecco le parole: Pateat omnibus evidenter qualiter convocatis omnibus, & singulis Monialibus Capituli, & Conventus Sandli Martini de Majano Fesulane Diecesis Ordinis S. Augustini ad sonum Campanelle &c. Potrassi adunque assolutamente dire, che non trovandosi mai passaggio alcuno da una Regola all' altra, il Notajo sia, come è presumibile, caduto in errore, non essendo questo l'essenziale del Contratto.

Dilucidati, per quanto ho saputo, tali dubbi, che nascer poteano ad altri ancora di me più esperti, tempo omai sarebbe di rammentar coloro, che questo Monastero beneficarono. Tra i molti, che addur potrci, se la brevità prefissami mel permettesse, contento sia di ricordare il seguente, cioè Simone di Lapo Corsi di Firenze, il quale nel suo testamento esistente nell' Archivio delle Monache rogato ai 15. di Gennaio del 1577, da Gregorio del quond. Ser Francesco di Ser Baldo da Firenze, lasciò de bonis suis amore Dei Monialibus Monasteri S. Martini ad Majanum Comitatus Floren. medietatem pro indiviso unius poderis cum domo

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