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la memoria di S. Giusto Arcivescovo di Lione, e non quella del Santo Protettore di Volterra, di cui oltre il non se ne fare dalla Chiesa Fiorentina Offizio alcuno, essa ricorre nel dì 5 di Giugno. In simile equivoco è ca luto il Vasari nella Vita di Domenico del Ghirlandajo, il quale descrivendo una Tavola da questo dipinta per questo Convento, dice aver ivi ancora rappresentato San Giusto Vescovo di Volterra . Lungi dal vero è ancora, che Lorenzo il Magnifico nodrisse dell'affetto per i Volterrani, mentre l'Ammirato in più luoghi della sua Storia Fior. ci adduce dei documenti da crederlo anzi, che nò, poco contento, e sodisfatto del contegno dei Volterrani; difatti ei dice nel Lib. XXII.

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Lorenzo dei Medici disse, che la teme. rità del Popolo Volterrano era da esser castigata coll'arme, acciocchè la quinta volta non avesse lo esercito Fiorentino a vedersi intorno le mura di Volterra., Oltre di che si sà che Volterra sì ribellò da Fiorentini nel 1475., e vi uccise il loro Capitano.

La fine assai lugubre di questo antico Convento l'abbiamo nel Cap. 5. della Villeggiatura di Majano opera MS. del sopra mentovato Ruberto Gherardi, in cui dicesi quanto appresso, Ma per narrare del nostro Convento di S. Giusto, ancora in esso seguirono sconcerti per opera di una

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vecchia vedova malvaggia chiamata Mona Margherita, che ad istigazione di certo Giovane del Popolo di S. Procolo, in sembianza di fervore, di carità, e di zelo ingannò le dette Monache, e l'innocenza, come credo di Suor Elisabetta Verginella ivi reclusa, con insoffribile oltraggio di questa, e del Convento, onde fu condannata l'insidiatrice alla fustigazione per la Città, e al carcere perpetuo, conforme ho ritrovato nei documenti, dei quali non giova palesarne il riscontro. Finalmente in questo Convento nel dì 4. Gennajo 1439. essendovi rimasta la sola Abbadessa con una Servigiale con l'entrata di soli fiorini 60. l'anno per il Monastero, restò perciò soppresso il medesimo per Bolla di Eugenio IV. indirizzata al Vescovo di Cervia Commissario Apostolico per questo effetto, e fu concessa la fabbrica ai Padri Gesuati, riservata a vita per alimento della Religiosa la suddetta entrata col consenso dell' Arcivescovo Fior. M. Amerigo Corsini.,, Ma venghiamo oramai a parlare dei Gesuati, che quivi subentrarono.

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LETTERA TERZA.

Vantichè vediamo i Padri Gesuati, o sia Ingesuati venuti in questo Monastero loro donato, quandochè fosse, dal Sommo Pontefice Eugenio IV, stimo bene l'addi tare perfuntoriamente il luogo, ove in avanti abitavano. Al Padre Richa nel T. IX. pag. 98. della sua Storia delle Chiese Fiorentine piace il dire,, che innanzi, che essi facessero (cioè (1) rifacessero) la Chiesa, e Convento di S. Giusto, possedevano in quel conterno un assai piccolo, e povero Convento.,, Ma dove mai, se pure è mai esistito, era situato? Negl' Istorici nostri non trovasi sù di ciò traccia alcuna da poter con sicurezza credere, non che affermare, che questo fosse in quel contorno. Oltredichè non combina con quanto ne dice il poco fa defunto Canonico Pier Nolasco Cianfogni neila

Sua

(i) Altra velta nell'antico fu restaurata questa Chiesa e Monastero, come risulta da un Rogito di Ser Mazzingo di Pone de' 18. Giugno 1328. all' Arch. Gen., in cui dicesi, che le Mo nache costrette furono a vendere alcune Terre in reparationem & Fabricam Ecclesie, & Mon. S. lastida le Mura prope Flor., que passa fuit, mi usteratiunt, ruina 179.

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sun MS. Storia dell' Insigne Collegiata di San Lorenzo, a me lasciata in pegno dell' intrinseca corrispondenza, che tra noi passa. va. Egli adunque con monumenti alla mano dice, che venuti essi, quandochè fosse, in Firenze, si rifugiarono in una casa, che comprarono nel Popolo di San Lorenzo, in luogo detto La Trinità vecchia in via dell' Aequa, dove era la Buca, o Confraternita di notte di S. Paolo. Io poi ho trovato, che avanti, che passassero in Firenze, seppure non aveano doppia mansione, soggiornavano nello Spedale di S. Giuliano fuori, e presso la Porta a S. Frediano, come risulta da un Contratto dell' Arch. Gen. rogato a' 3. Settembre del 1409. da Ser Filippo di Cristofano Lippi, in cui dicesi quanto appresso: 1459. 3. Septembris (1). Afłum Florentie in Populo S. Marie de Verzaria extra Murós Teste Presbitero Raffaello Filippi Reffore Ecclesie S. Bartoli ad Grevem, Sander Nicolai de Florentia, Johannes lacobi de Aritio, Giliottus Pauli de Gubbio, Vannes Dominici de Cortonia, Pasqualinus Poli de Barletta, Chimentus Vol. VI.

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(1) Prima del 1409. quivi abitavano gl'Ingesuati, come dai seguenti rogiti; in uno del 1405., in cui descrivesi l'Abito loro, Andrea di Ciampello lascia Ingesuatis de Caputio atba; ed in altro del medesimo del 1408, lascia Coaventui Domm. Monasterii S. Marie de Verzaria, & Ingesuatii de Caputio albo.

Jacobi de Florentia, & Antonius Iohannis de Eugubio, omnes Inicsuati, & Pauperes Christi residentes, & habitationem habentes in Ilospitali S. Iuliani extra Ianuam S. Fridiani Civitatis Florentie, & quilibet eorum in solidum &de per se, & pro se ipsis, & eorum successoribus, seu heredibus, ac etiam diffus Iohannes Iacobi de Aritio de diffis Ingesuatis, ut tamquam Procuratores Luce Simonis de Laterina de diétis Ingesuatis habit. alla Sambuca Territorii Pisani dicti Ordinis dederunt, & vendiderunt Domine Iohanne Filie olim Ricoveri Benincase, & uxori olim Guidonis Bartolini Populi S. Felicis in Piazza unam domum &c. Benchè il Morigia, seguendo il nostro Feo Belcari affermi, che dopo la morte dei Beato Giovanni Colombino, che avvenne nel 1367. Nanni di Gualtieri da S. Gimignano introducesse in Firenze il novello Istituto, io sono di credere, che ciò non avvenisse avanti il 1383, mentre il B. Bartolo Ridolfi Frate Ingesuato nel suo Testamento esistente nell' Arch. Dipl. rogato in detto anno in Venezia da Giorgio de Gibellino, lascia tra le altre cose pauperibus Inyesuatis ducatos sexcentos, de quibus ematur unus locus pro habitatione dieforum Pauperum in Civitate Florentie, vel in ejus Comitatu, con patto, che non eseguendosi la sua volontà, sostituito fosse nella sua eredità lo Spedale di S. Maria Nuova, come di fatti avvenne ai 26. di Set

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