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6. Instruction für den Bischof von Verona.* 3. Juli 1555.

Prima che detto vescovo di Verona arrive in Polonia, vuck che per il presente bisogna si transferisca alla dieta de Augusta et quivi intendendo il mal camino per il quale si và procur con la ma del re prima et poi con quelli prelati et altri principi cathci et suoi ambasciatori che la dieta si dissolva senza recesso ò pure facendosi ch' in essa non si faccia cosa che si mala, cercando di persuader al re ch' alla ma sua, chè sempre stata catha et nata da principi catholici, non si conviene per alcun rispetto del mondo consentir cosa che cath non sia, et per honor suo et di sua casa le deve prohibir quanto può.

Deve anco considerare che l'ubedienza che ha l'inperio in Germania è principalmente di vescovi et quando questi lasciassero la religione et fussero oppressi, lasciariano insieme lubedienza come han fatto gli altri principi fatti lutherani, da quali è nato et nasce ogni travaglio della Germania, et si vede che l'auttorità imperiale è quasi andata et và ogn' hora più in rovina, et quando lutherani haveranno ottenuto parte del loro intento in una dieta publica, cercherano con più audacia et forza di passar più oltre et tenteranno finalmente la destruttione de casa di Austria; et oltre à questo se vede quanto sia cosa empia che principi secolari vogliano essere superiori nelle loro giurisdittioni alle cose spirituali et ecclesiastiche, potendosi conoscere dall' essempio dell' Inghilterra, ove era la medesima empietà et al presente tempo si è levata per essere cosa contra ogni ragione et divina et humana; et però doverà Mons. di Verona con queste ragioni et gli altri particolari ch' alui soccorriranno in fatto cercar di persuadere al re quel che di sopra è detto, et acciò che possa meglio far l'ufficio bisognera che habia breve da sua Bae. per sua ma

. doverà il vescovo di Verona procurar che cosi etiamdio ch'il re volesse consentir a qualche cosa pregiudiciale alla sede apostolica, non vi consentano mai (gli principi cattolici), mà prestino et facciano tutto quello che conviene a principi cattolici (Leg. 2008. fol. 223.)

* Aloysius Lippomano geht als Nuncius nach Polen und soll unterwegs auch dem deutschen Reichstag beiwohnen. Es reist am 14. Juli ab, kommt am 26. in Augsburg an und hat bei König Ferdinand am 28. seine erste Audienz.

7. Bischof Delfino und Bischof von Verona. 31. Juli 1555.

Sie wiederholen die Vorstellungen bei Ferdinand gegen die religiösen Concessionen und Ferdinand wiederholt seine Betheuerungen und seine Darlegung, dass seine Lage ihn zur Nachgiebigkeit zwinge.

Der Nuncien Urtheil fasst sich zuletzt dahin zusammen:

Se si farà qualche male (quod Deus nolit) si farà per mera necessità; perche il povero Re è constituto in grandissime angustie ne sa in che modo riuscirne.

8. Bischof von Verona. 3. August 1555.

si vede in loro (gli ecclesiastici) poca costanza et qui come questi protestanti nelle consegli bravano di tragli i vescovati per fuerza senon consentono alle demande ingiuste, habent genua ita debilia ut consentiant ad omnem rem etiam turpem, pensando pure che il sermo. Re poi ad quem omnia postremo deferuntur non habbia a lasciar passar le cose concluse.

S'è fatto ufficio con gli agenti dell' arcivescovo Salisburgense et degli vescovi Haistatense et Ratisponense con gli quali caldissimamente è stato trattato del negotio della religione et raccomandatogli quanto sia stato possibile; tutti rispondono di voler fare et dire, et se fussero cosi costante ne i consegli como sono quanto parlano con noi, non haveresimo da temer molto, mà il Salzburgense il quale ci pare molto valoroso et di buon intelleto ci affirma che gli non può pensare che il re concluda cosa alcuna per lutherani, perche se lo facesse sarebbe il più vituperato huomo del mondo, et actum esset de eius imperio. Dice anco ch'egli fà ogni conato che la dieta si risolva senza recesso quel che ancora noi desideriamo et che il re dica questa materia essere di gran consideratione et ricercherà le persone istesse degli principi et degli prelati et non di commissarii non essendo qui altri chèl vescovo d' Herbipoli et l'eletto di Trento, et che perciò habbia a rimettere il negotio ad altro tempo più commodo; adesso à Salzburgense et Haistatense sono stati mandati gli brevi de s. st. accompagnati con nostre lettere particolare raccomandando loro le cose della religione si come s. sta ce hà imposto.

Maurenbrecher, Carl V. Anhang.

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Hieri fu da me il vescovo Herbipolense il quale domesticamente volse desinar meco et fu ragionato assai dell' occorrente materie, m' hà detto essere stato atteso quanto gli era stato promesso et che egli ha esposto gli danari gli soldati et la propria persona et tamen nihil aut parum profecit, et che da lui mai è mancato ne si mancherà di ponere la propria vita per defensione della liberta ecclesiastica, sed non habet socios sequentes et dicendomi queste parole sospirava et singhioccava grandemente, aggiongendo anco chegli dubitava molto di questa dieta ne poteva proveder l'essito suo, et che se ben il re hà potesta dall' imperatore di concludere ogni cosa, da se nondimeno egli sà che non farà cosa senza participacion di Cesare. Jo con ogni mia forza l'essortai a perseverare nell' ufficio cominciato, dicendoli che quanto minor numero d'huomini haveva che lo seguisse tanto più saria difeso et aiutato da Dio, il qual defende sempre la giustitia et non patisse che le cose della fede sua habiano detrimento, se ben pare alle volte che inchinino alquanto et che poi al fine rimangano salde et ferme, et che Dio havea servato S. S. Rma. per una salde colonna in questa natione et per un fermo propugnacolo contra gli impeti et minazzi di questi arrabiati

So dire a V. S. Jllma. che'l vescovo Laibacense confessore del re, al quale à di passati parlassemo circa le cose della dieta, hà fatto gia tre giorni un caldissimo ufficio col re, dicendogli apertamente che su Mta. proveda alla coscienza sua et di esso confessore di non risolvere cosa contra la religione et libertà ecclesiastica, altrimente ch'egli non vuol' più la cura dell' anima sua. Non sò la risposta, mà esso vescovo hoggi deve venir a desinar meco, vedrò l'intenderla

9. Idem. 8. August 1555.

Er berichtet über Abschiedsaudienz des Bischofs Delfino bei Ferdinand.* Esso Monsignor Delfino dimandò al re: che piace a V. M. ch'io riferisca a su sta delle cose della religione et della risolu

* Delfino kehrt nach Rom zurück zur Berichterstattung. Er reist am 14. August ab. Von Delfino sind auch noch Berichte vorhanden aus dem Jahre 1556, in welchem er wieder in Deutschland war.

tione di questa dieta, et che buona nuova mi dà per su Bne. in questa materia? Rispose: Ditele che le cose della dieta vanno un poco à lungo, et questo io faccio à bella posta per fuggire l'importunità di questi arrabiati, essendo le cose della religione rimesse à me dalla dieta; hò pensato tra me medesimo un certo modo se fusse possibile di poter risolvere la materia senza risolutione et schivar nuova conclusione nelle cose della religione, et perche s'ha da fare con agenti et commissarii fastidiosi et ostinati che se pure le persone de principi fussero qui, penso le cose sariano piu facile da trattarsi, però ho inviato segretamente alcuni miei oratori alla ma cesarea et agli elettori sopra questa mia fantasia, attenderò la risposta dall' uno et dall' altri, pregando il signor Dio, mi dio gratia di poter fare quello ch'è il mio desiderio; direte dunque a su sta che'l ch'io hò fatto et che pensi ch'io non son' per mancar mai nelle cose della religione et della fede cattolica in tutto quel che saprò et potrò et che più presto vorrei morir io con tutti li mei figliuoli che decernere cosa che fusse contra la fede et honore di su sta. et indegna della filiale obedienza et riverenza ch'io le porto; et voltatosi à me disse: tu me diceste l'altro giorno che questa cosa sta nelle mane mie et ch'io l'haveva in mia potesta assoluta, s'io potesse come tu dice, le cose anderebbono per altro modo di quel che hora vanno et piacesse à Dio che io potesse quel che vorrei Disse poi à Monsignor Delfino: mi raccomandarete a su sta et li direte da mia parte ch'io son' obedientissimo suo figliuolo et che con somo desiderio aspetto da lei non cose mediocre mà eminentissime in ogni supremo grado di virtù, come da quel signore il quale ha vissuto tanto tempo in vita incolpata et essemplare et hà dato norma à tutto il mondo di sobrietà, parsimonia, dottrina, bontà, castità et d'ogni altra sorte di virtù; che su sta. non può far ufficio più degno di lei che procurare con ogni mezzo una buona pace con gli principi christiani, perche à questo modo si potriano anco adattare le cose della Germania; soggiunse ancora ch'era necessario che sua sta facesse una buona et vera riformatione la quale fusse generale et corrigesse anco gli abusi et eccessi degli preti di Germania, gli quali vivono per la maggior parte scandalosissamente, non essendo in loro altro che un poco di nobiltà, congiunta però con gran superbia lusso et crapula, avaritia et

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carnalità senza alcuna dottrina et alcun splendor di virtù, i che è principal fomento dell' heresia in questa provincia et gi avversarii trovano infinito campo di dir male et star perseveranti nella loro ostinatione, et che egli non hà voluto mai intendere in questo negotio il quale è più di tutti necessario nel presente tempo, si per non voler ponere la falce nella messe di sua sa, si perche hà sempre aspettato tal riforma da questa s sede, ancor che non sia mai venuta

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10. Die Depeschen desselben vom 10., 16. und 24. August berichten von Bemühungen bei den Agenten von Mainz, Cleve, Trier in dem oben schon angegebenen Sinne und von Ferdinand's Plan, den Reichstag ohne Abschied zu Ende zu bringen.

II. Idem. 31. August 1555.

Su ma mi disse: ben tu non ti potrai gia lamentar di me, quod non sim functus boni regis officio, et s. st. haverà pur causa di volermi bene et abracciarme come suo buon figliuolo, perche non hò fatto cosa alcuna che sia in pregiuditio della fede catta nelle mie risolutione che se s. st. fusse stata qui non haverebbe cosa di più. Tu hai da sapere che gli avversarii della chiesa dimandavanno cose essorbitamentissime le quale s'io havesse concedute actum erat de imperio et christiana religione. Costoro servendosi del tempo che corre et perciò non volendo prorogation della dieta, instabant magnis viribus ut annuerem voluntatibus eorum. All' incontro gli catholici non si vedevanno sicuri da una guerra la qual gli era posta innanzi et fatto loro toccar con mano se si partiva da questa dieta senza alcuna conclusion nostra, trovandosi anco rovinati et falliti et senza alcun modo da potersi defendere, con le lagrime agli occhi mi pregavano non gli abandonassi, mà concludessi in favor loro che sia fatta pace publica tra gli catt et protestanti la qual habia da durare fin' alla concordia della religione; et ancor che gli protestanti o confessionisti volessero che la fusse perpetiva, io non hò voluto acconsentire et per conservatione di detta pace et securezza degli cattci acciò non siano ingannati, haviamo ritrovato modo di provedere contra chi la volesse turbare che essendo la Germania divisa in X

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