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chiò col latte, e che tutti siamo naturalmente por tati ad amare. Non v' ha infatti nazione per barbara che sia, che non cerchi di conservare e propagar la propria lingua. I Britanni fuggiti dall' invasione degli Anglo-Sassoni, e ricovrati negli angoli più remoti dell' Inghilterra parlano tuttavia una lingua che credesi un dialetto dell' antica Celtica, e ciò appunto perchè i loro antenati si facevano vicendevolmente un giuramento di perder la roba e la vita, piuttosto che la loro favella. I Baschi similmente, che sono un avanzo di Cantabri, per non lasciar la propria lingua, e apprendere la latina, a cui volevano costringerli i Romani conquistatori della Spagna, elessero piuttosto di dare un addio per sempre alle amene e fertili contrade che abitavano, e di cercar rifugio nelle sterili ed orride montagne de' Pirenei, dove seguono a parlarla anche al presente. I Boezj parimenti popoli antichissimi della Grecia avevano una singolar predilezione per la propria lingua. Ed Attila, quel barbaro Re degli Unni, il quale per le sue crudeltà fu appellato il flagello di Dio, sentiva tanto amore per la sua bestial favella, che obbligò i popoli soggiogati a doverla apprendere e parlare (1).

Eppure chi il crederebbe ! in un angolo de' Sette-Comuni, dove attesa la situazione, il linguaggio tedesco potrebbesi conservare e più puro, e più a lungo che in altri luoghi, gli abitanti sono venuti da qualche tempo a tale riscaldamento di fantasia, che odiano e vilipendono la propria lingua, vergo

(1) Ved. il Dizionario di Bayle all'Artic. Attila dove cita Pietro Alcionio.

gnandosi di parlarla quasi fosse un disonore e una infamia il servirsene. Non basta: proibiscono ai figli di apprenderla, e agli ospiti di parlarla nelle loro case, a fine di abolirla ed annientarla. E non è questa una barbara ed inaudita crudeltà detestare il linguaggio, che succhiarono col latte: che fu sì caro ai loro antenati: che caratterizza e distingue la nostra privilegiata nazione dalle vicine, e ch'è l'argomento più decisivo che abbiamo della nostra antichità ed origine: Argumentum originis? Ben si può applicare a costoro il rimprovero che Cicerone scaglio contro a que' Romani che trascurarono di coltivare il proprio idioma, appellandoli scimuniti e vanarelli (1)! Questi tali in pena di aver cooperato alla perdita della nativa lor lingua, meriterebbero d'essere privati per sempre del beneficio di godere dei privilegj accordati alla nazione de' Sette-Comuni, di cui si vergognano d'esser parte disdegnando di parlarne la lingua, siccome per una legge fatta dai Boemi e dai Moravi sono dichiarati incapaci di conseguire alcuna eredità, ed esclusi dal diritto di possedere certi poderi appellati Landgutter, cioè beni del paese, i gentiluomini del paese che non sanno a perfezione la lingua nazionale, ch'è la schiavona (2). Fece pur bene l' Imperator Claudio di privar ipso facto della cittadinanza un certo Licio, che interrogato non seppe rispondergli, in buon latino, con dirgli, che non meritava d'esser citta

(1) Cicer. de finib. cir. ini.

(2) Apud Boemos et Moravos lex est, ne cui illustri vel equestri ordine nato cujusdam haereditatem cernere, quae nos Landgutter appellamus possidere liceat nisi linguae schiavonine perito. Forstherius in Tac. pag. 179. V. Dict. du Bayle art. Claudius.

dino romano chi non sapeva il parlar romano (1). Se costoro non si possono biasimare abbastanza, per esser così ingrati e crudeli verso la loro lingua; ben si meritano ogni lode i loro vicini, che dovendo giusta la professione praticar otto mesi dell'anno fra gl' Italiani, conservano tuttavia, e parlano assai meglio degli altri la propria lingua.

Ma è tempo ormai di venire ai divisati confronti del nostro dialetto tedesco, colle antiche e recenti lingue de' popoli settentrionali. A quest' oggetto io premetterò qui un saggio di esso linguaggio, col mezzo del quale potrà il lettore formarsi una più chiara idea della natura e del carattere del medesimo, e decidere intorno ai confronti che si faranno con altre lingue. Consisterà questo saggio nel Vocabolario domestico, nell' orazione Dominicale, e in qualche altro pezzo. Io scriverò questa lingua coll' alfabeto latino comune a tutta l'Europa, seguendo l'esempio di Leibnizio, e di altri letterati tedeschi che stamparono con questo alcune opere tedesche, e dimostrarono col fatto che si può fare a meno dell' alfabeto allemanno

= Avvertasi che per non interrompere il corso alla lettura di questo capitolo il Vocabolario domestico, e gli altri saggi della lingua dei nostri popoli dall' autore a questo luogo riferiti, si troveranno in fine del presente Volume.

Quando mancano del tutto i documenti, non v' ha che la lingua, gli avanzi dell'antica religione e le vecchie costumanze che possano servir di scor

(1) Suet. in Claud.

ta per indagar l'origine d' una nazione. Tacito (1) mediante la religione e la lingua degli antichi Britanni, che trovò non molto diverse da quelle de' Galli, argomentò ch'essi in gran parte erano derivati da questi. E Francesco Giunio, il Boxornio ed altri dotti ed instancabili oltremontani seguendo la fiacola della lingua, penetrarono nel bujo de' secoli più remoti, e pare che abbiano raggiunta e scoperta la origine de' popoli settentrionali d' Europa, che sino a questi ultimi tempi era stata del tutto ignota, e sparsa di folte tenebre, non che ingombrata da femminili tradizioni e da favole. Noi pure speriamo, dietro la nostra lingua che confronteremo di mano in mano cogli antichi e recenti idiomi settentrionali, di spargere qualche lume sulla sinora incerta ed oscura origine de' nostri popoli, e di poter quindi stabilire quale delle sopraddette opinioni sia più verisimile, e forse anche determinare il tempo, a un di presso, in cui i loro progenitori vennero ad abitare in quest' isola di monti. E certo che volendo tener questa via è necessario saper a fondo la lingua, che si prende per guida. E non basta: è necessario altresì aver qualche cognizione anche dell' altre sì antiche che moderne, colle quali si vogliono fare i confronti, a fine di ravvisare i rapporti, e le somiglianze che passano fra questa e quelle. Ho detto una qualche cognizione; imperciocchè è impossibile o quasi impossibile essere istrutto fondatamente delle antiche lingue, già da lungo tempo estinte, o a tal segno alterate e contraffatte che appena si possono ricono

(2) Tacit. in vita Agricolae.

scere. Delle antiche ci resta qualche barlume ne' Glossarj compilati innanzi o intorno al mille, i quali ci conservarono alcuni vocaboli, chi sa poi quanto fedelmente. Riguardo a quelle che tuttavia sussistono nella Germania, esse trovansi divise in tanti dialetti, che non basterebbe l'età d' un uomo, a tutti esaminarli; poichè converrebbe visitare ogni angolo ove parlasi tedesco, e consultar principalmente la favella dei contadini, e dei montani, presso i quali le lingue conservansi più facilmente, e più a lungo nella loro identità. Il Giunio soprallodato, cui premeva d'aver lumi intorno all'antica lingua degli Anglo-Sassoni, avendo inteso che in qualche villaggio della Frisia essa conservavasi tuttavia andò sopra luogo, e per esaminarla a dovere, vi si fermò per ben due anni (1). Così dovrebbe fare a un di presso chi volesse informarsi partitamente dei diversi dialetti degli odierni popoli settentrionali. Ma non potendosi ciò eseguire da un sol uomo, è giuoco forza contentarsi di quella tal qual cognizione delle antiche lingue, che si può ricavare dai sopraccitati Glossarj, e da qualche piccolo saggio che ci è stato conservato delle medesime; e si ricorrerà ai libri, e ai Dizionarj per conoscere quelle che tuttavia si parlano.

Delle antichissime lingue settentrionali non avevasi che un'idea oscura e confusa sino a questi ultimi secoli. I popoli della Germania non adottarono che assai tardi l'arte di scrivere la loro lingua. Quindi gli antichi autori Greci e Latini, che parlarono di essi, non intendendo punto le loro lin

(1) V. il Dizionar. del Bayle alla voce Junius.

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