La Gerusalemme liberata: poema di Torquato Tasso, Band 1Presso G. Molini, all'insegna di Dante, 1824 |
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alcun alfin allor Amor anco Argante Armida assai avea Bodoni bodoniane Bottari Buglion campo CANTO Casalmaggiore Cavalcalupo cavalier ch'a ch'al ch'è ch'egli ch'io che'l che'n ciel Circasso città Clorinda colle consiglio destrier dice dolce duca Dudon edizioni fero feroce ferro Franchi fugge furor genti GERUSALEMME LIBERATA giovenetto Giulio Ottonelli Goffredo gran Guelfo guerra guerrier guisa indi intanto Ismeno l'alma l'altra l'arme leggesi lezione lieto loco locuzione lode luogo maggior Mantova medesimo mente mira Miss Julia morte mostra muggito nemico novella novo occhi omai onor Osanna Pagan Palestina parla passo pensier periglio petto piaga piè poema Poeta poscia pregio primiero principio Quinci quivi ragione re norvegi regno Rinaldo sangue Scipione Gonzaga sdegno se'l seco secura seguita Sifilide signor sovra spada stampa stuolo suon Tancredi Tasso timor Torquato TORQUATO TASSO tosto turba vede verso Viotto virtù vittoria volto volve vuò zione
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Seite 2 - O Musa, tu, che di caduchi allori Non circondi la fronte in Elicona, Ma su nel cielo infra i beati cori Hai di stelle immortali aurea corona, Tu spira al petto mio celesti ardori, Tu rischiara il mio canto, e tu perdona S'intesso fregi al ver, s'adorno in parte D'altri diletti, che de
Seite 196 - Fuggì tutta la notte, e tutto il giorno errò senza consiglio e senza guida, non udendo o vedendo altro d'intorno, che le lagrime sue, che le sue strida. Ma...
Seite 93 - Qui mille immonde Arpie vedresti e mille Centauri e Sfingi e pallide Gorgoni, molte e molte latrar voraci Scille, e fischiar Idre e sibilar Pitoni, e vomitar Chimere atre faville, e Polifemi orrendi e Gerioni; e in novi mostri, e non più intesi o visti, diversi aspetti in un confusi e misti.
Seite 201 - Non copre abito vii la nobil luce e quanto è in lei d'altero e di gentile, e fuor la maestà regia traluce per gli atti ancor de l'essercizio umile.
Seite 197 - ... sensi i suoi dolori, e l'ali dispiegò sovra lei placide e chete; né però cessa Amor con varie forme la sua pace turbar mentre ella dorme. Non si destò fin che garrir gli augelli non sentì lieti e salutar gli albori, e mormorar il fiume e gli arboscelli, e con l'onda scherzar l'aura e co i fiori.
Seite 2 - 1 vero, condito in molli versi, i più schivi allettando ha persuaso. Così a l'egro fanciul porgiamo aspersi di soavi licor gli orli del vaso: succhi amari ingannato intanto ei beve, e da 1'inganno suo vita riceve.
Seite 2 - Sai che là corre il mondo ove più versi di sue dolcezze il lusinghier Parnaso, e che '1 vero, condito in molli versi, i più schivi allettando ha persuaso.
Seite 191 - Aura spira da voi che mi ricrea e mi conforta pur che m'avicine; così a mia vita combattuta e rea qualche onesto riposo il Ciel destine, come in voi solo il cerco, e solo parmi che trovar pace io possa in mezzo a l'armi.
Seite 22 - Instrutti, usi al disagio, e tolleranti. Buona è la gente, e non può da più dotta, O da più forte guida esser condotta. LX Ma cinquemila Stefano d'Ambuosa E diBlesse e di Turs, in guerra adduce. Non è gente robusta o faticosa , Sebben tutta di ferro ella riluce. La terra molle e lieta e dilettosa, Simili a se gli abitator produce.
Seite 72 - Ferirsi a le visiere, ei tronchi in alto volaro e parte nuda ella ne resta; che, rotti i lacci a l'elmo suo, d'un salto (mirabil colpo!) ei le balzò di testa; e le chiome dorate al vento sparse, giovane donna in mezzo '1 campo apparse.